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Percorsi e progetti dell’ente di formazione, da nove mesi in Bovisa
IFOA: un “ponte” per raggiungere il mondo del lavoro
Federico Russo | 14 febbraio 2023

«Perché spostarsi in Bovisa? Per essere anche noi in un posto in cui si fa già innovazione. Grazie a questa scelta siamo decollati».

IFOA, ente di formazione e agenzia per il lavoro, è presente a Milano dal 1997. Dallo scorso aprile i suoi uffici sono in via Durando, in una nuova sede che ha permesso di arricchire l’offerta di percorsi di crescita, formazione e inserimento nel mondo del lavoro.
Temi al centro della vita di migliaia di persone che vogliamo affrontare con Vita Mercurio e Stefania Cocorullo, che di IFOA sono rispettivamente responsabile della sede milanese e direttrice dello sviluppo strategico.

Partiamo dalla nuova sistemazione in Bovisa. Quale vantaggio ne state traendo?
“Sicuramente è stata una scelta vincente a livello di logistica. Abbiamo sempre più bandi da progettare e ci occorrevano grandi spazi per garantirci questo salto di qualità. In più volevamo raggiungere l’accreditamento più alto concesso da Regione Lombardia, la “sezione A”, che permette di essere capofila dei progetti. Obiettivi ambiziosi che necessitavano di una sede più ampia».

Che tipo di servizio fornite alle imprese?
«Innanzitutto molta formazione. Ma, al di là del catalogo dei corsi, oggi il ruolo del tutor richiede capacità di realizzare una consulenza ad hoc. Ci piace dire che “cuciamo il vestito” su misura per ciascuno. Possiamo farlo sia con i piccoli, perché essendo legati alle Camere di Commercio siamo abituati a seguirli, sia con i grandi, perché avendo un’unica ragione sociale su tutto il territorio nazionale possiamo accompagnarli anche se multilocalizzati. Questo per noi è un grande valore aggiunto».

Cosa richiedono maggiormente le imprese per quanto riguarda i profili occupazionali?
«C’è una richiesta enorme per quanto riguarda il mondo ICT: progettisti, software developer, sviluppatori di app. Noi facciamo tutti i corsi del programma GOL (Garanzia per l’Occupabilità dei Lavoratori) e vediamo partecipare ragazzi dalle provenienze più diverse, attratti dalla gratuità e dalla possibilità del tirocinio».

Uno specifico programma è riservato ai cosiddetti “NEET”, acronimo inglese che indica le persone che al momento non stanno né studiando, né lavorando, né ricevendo una formazione. Cosa fate per loro?
«Cerchiamo di recuperarli. Purtroppo è facile diventare “NEET”, basta un momento di scoramento e ci si chiude, ci si spegne. È un fenomeno presente anche al Nord, più di quanto si possa immaginare. Spesso si tratta di una dispersione scolastica dovuta al Covid. Per noi riaccendere la scintilla è il vero successo. Conta molto anche lo stare in classe, aiuta a non rinchiudersi».

Visto che abbiamo citato il Covid e il valore dello stare in aula: cosa ha significato per voi il lockdown?
«Un trauma ma anche un’opportunità di crescita. Siamo stati velocissimi nell’acquistare il maggior numero possibile di licenze Zoom per realizzare il tutoraggio online e non fermare i ragazzi. Le difficoltà ci hanno portato a migliorare la metodologia didattica».

Abbiamo parlato dei giovani. Ma l’occupazione, lo sappiamo, può essere un problema anche per i non più giovani.
«Vero. Il reinserimento purtroppo è faticoso. Molte aziende, poi, giudicano poco redditizio un investimento in qualcuno che non è più alle prime armi. Nostro compito, in questo caso, è accompagnare la persona in un “ringiovanimento”, a partire dalle competenze».

Lo scorso 20 gennaio avete ospitato l’incontro “Il lavoro: come si cerca, come si comunica attraverso la radio e i new media”. Un evento che in qualche modo vi ha presentato al territorio che da alcuni mesi vi ospita. Di cosa si è trattato?
«Ci piaceva l’idea del presentarci con un evento dedicato ai libri. Su un tema, come quello della comunicazione, che attrae molto i nostri utenti. Sara Zambotti e Fabrizia Brunati, conduttrice e curatrice di “Caterpillar” (Rai Radio 2) e Fabiana Andreani, una delle maggiori influencer sulle tematiche professionali, hanno parlato delle loro recenti pubblicazioni in un dibattito moderato da Ilaria Bartolozzi di Radio20158 (radio di quartiere di Dergano e Bovisa). È stata una incontro molto al femminile, guidato da un team di donne protagoniste in questo settore. Anche questo è un segnale che abbiamo voluto dare».

In conclusione, quale immagine potrebbe sintetizzare il lavoro di Ifoa?
«Quella del ponte. Il nostro impegno punta a unire competenze e opportunità”.

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