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Quartieri
Il presidio di cittadini e associazioni si è tenuto in piazzale Lugano
“Non vediamo l’ora” di una pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa
Federico Russo | 28 aprile 2022

«Noi ci spostiamo in bici, non la usiamo solo la domenica per andare al Parco Sempione».
Andrea Barabino appartiene al comitato “AttraversaMI”, uno dei gruppi che hanno organizzato il presidio “Non vediamo l’ora” che si è tenuto nel pomeriggio del 28 aprile presso piazzale Lugano in Bovisa. Circa 300 persone si sono date appuntamento con bici, striscioni e cartelli colorati per chiedere che si realizzi finalmente una pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa.  

Per i tanti, come Barabino, che vivono la bici non come strumento di passeggio ma come principale mezzo per gli spostamenti quotidiani, quel cavalcavia che collega i quartieri di Bovisa e Cagnola è un’arteria fondamentale. Basti solo pensare ai dodici istituti scolastici, di ogni livello, presenti nelle vicinanze. Ma per chi percorre la strada pedalando i livelli di comodità e sicurezza sono decisamente bassi. Ne sono una prova i marciapiedi come quello all’altezza di via Colico, che si conclude bruscamente con una rampa di scale. Ma una prova ancora più evidente è rappresentata dal numero di incidenti che coinvolgono i ciclisti, aumentati dal 2019 del 30%. Si aggiunga a tutto questo la scarsità di alternative: il ponte di via Farini dista 4 km e il sottopasso di Villapizzone distano rispettivamente 4 e 3 chilometri.

L’idea della pista ciclabile sul Ponte della Ghisolfa non è nuova: venne presentata al Bilancio partecipativo del Comune di Milano 2017-2018, risultando vincitrice con tanto di budget di 250.000 euro. Ma in seguito, alcuni problemi legati alla valutazione della fattibilità della proposta hanno impedito la realizzazione fino ad oggi. Gli ostacoli di natura tecnica in effetti non mancano, ma nello stesso tempo «abbiamo l’impressione che il problema principale sia rappresentato da una struttura dei collegamenti  pensata quasi esclusivamente per le auto» secondo l’opinione di Luca Belloni, che ha sostenuto questa battaglia sin dal decennio precedente con l’associazione “Pedalando in Zona 9”.
Attualmente è in corso un nuovo processo di co-progettazione con l’amministrazione comunale, ma i tempi di realizzazione restano lunghi. «Negli ultimi mesi non abbiamo più avuto novità e questo ci preoccupa», commenta Gianluca Ruggieri attivista della campagna “Sai che puoi?”. Da qui l’idea di una manifestazione per sollecitare le istituzioni.
Entrambe le presidenti dei due Municipi coinvolti hanno risposto “presente” a questo appello. Per Anita Pirovano, che guida il Municipio 9, «Gli impegni, soprattutto quando nascono da un’attivazione dei cittadini, vanno mantenuti. La bicicletta permette di spostarsi in modo intelligente, veloce ed ecologico». «Chiediamo che questi cittadini vengano ascoltati – ha commentato Giulia Pelucchi per il Municipio 8 -  perché l’esigenza è reale. Ci sono stati incidenti gravi e una risposta è necessaria».

Il più grave degli incidenti è quello che lo scorso 17 luglio ha colpito Beatrice Macrì, investita da un’automobile. La sua vita da allora è cambiata, ma in quest’occasione anche lei ha voluto essere in piazza: «Sono stata in coma per due settimane, ricoverata per tre mesi in ospedale e il mio percorso riabilitativo è tuttora in corso. Da quel giorno non uso più la bici. Sono molto arrabbiata perché trovo assolutamente inaccettabile che un cittadino debba rischiare la vita nel vero senso della parola per spostarsi in bicicletta in sicurezza”.

Il presidio è stato promosso da cittadini e ciclisti dei quartieri Cagnola e Bovisa, dal Comitato “AttraversaMi” (composto dai genitori dell’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni), dalle cittadine proponenti del progetto “Viabilità ciclopedonale sul ponte della Ghisolfa”, vincitore del Bilancio Partecipativo 2017-2018 e dal comitato Colibrì, promotore della campagna di mobilitazione civica “Sai che puoi?”.

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