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Riprendono le consegne di pacchi alimentari presso “La Scighera”
Solidarietà e mutualismo: torna la “Brigata Lia”
Federico Russo | 31 agosto 2021

Il Covid, è un triste dato di fatto, ha cancellato molte realtà sociali. Eppure, proprio le azioni di solidarietà nate per contrastare gli effetti della pandemia hanno dato vita a nuove aggregazioni, nuovi punti di riferimento sul territorio. L’esempio lampante è quello delle “Brigate Volontarie per l’Emergenza”, nate nei diversi Municipi milanesi per sostenere la popolazione nei mesi del lockdown del 2020. La Brigata Lia, attiva nel Municipio 9, riprende proprio in questi giorni la sua attività dopo la pausa estiva.
Si tratta di un gruppo eterogeneo composto da una ventina di persone, perlopiù giovani e residenti in zona.  Il loro impegno ha assunto nel tempo diverse forme e la cornice attuale è quella del progetto “Nessuno escluso” coordinato da Emergency. Dall’organizzazione fondata dal compianto Gino Strada giungono pacchi alimentari che vengono smistati in diversi punti della città. Per la Brigata Lia il punto di scarico e di consegna del materiale è in Bovisa presso il circolo Arci “La Scighera”, con cui si è creato un rapporto di forte condivisione su cui torneremo. Intanto, vediamo in cosa consiste l’attività del gruppo, ripresa in questi giorni.
«Assistiamo circa 160-170 nuclei familiari – ci racconta Edoardo, uno dei volontari -  provenienti in gran parte da Bovisa e Dergano e in parte minore da Niguarda e Isola. Ci sono molti stranieri, soprattutto delle comunità filippina, bengalese e indiana. Spesso persone legate al settore della ristorazione, quello colpito più duramente dalle chiusure. Molte di loro sono senza contratto e senza possibilità di accesso alle varie forme di tutela. Noi colmiamo un vuoto. Non a caso siamo tra le Brigate con più beneficiari».

Il gruppo si fa carico anche di effettuare consegne per tutte le categorie che hanno difficoltà nel muoversi, dagli anziani ai portatori di handicap. Ma l’attività maggiore riguarda i cosiddetti “ritiri”: i pacchi scaricati da Emergency vengono consegnati ai destinatari tre volte a settimana, precisamente ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 17 alle 19. Il pacco alimentare contiene pasta, legumi, latte, riso e olio e può essere settimanale, quindicinale o mensile a seconda delle dimensioni del nucleo familiare coinvolto. In più c’è un “pacco igiene” mensile, per la persona e per la casa.
Emergency ha suoi criteri nella selezione delle famiglie da aiutare, ma la Brigata ha un margine di autonomia nel poter dare una mano anche a chi non rientra nell’elenco. «C’è una lista d’attesa non indifferente», ci confermano i volontari. Questa autonomia si è già espressa in alcuni progetti portati avanti, dai corsi di italiano alle raccolte fondi per i kit scolastici (dalla scuola materna al liceo).

È ormai passato del tempo dalla prima fase della vita della Brigata Lia, legata al lockdown del 2020: il gruppo era assai numeroso e si concentrava soprattutto al di fuori dei supermercati (ma ancora adesso ci sono due “carrelli sospesi”, con tanto di logo, fuori dai negozi Esselunga di viale Jenner e via Suzzani). Dall’autunno scorso è poi iniziata una seconda fase contrassegnata dal rapporto con Emergency,  a sua volta legata al progetto comunale Milano Aiuta.
Ora la Brigata si prepara a un terzo passaggio, il più impegnativo: imparare a camminare soprattutto sulle proprie gambe. 
«Tra le cose che vogliamo fare - parla ancora Edoardo – c’è la riapertura dello sportello per il lavoro: grazie all’aiuto di tre esperti potremo aiutare chi ha bisogno anche per attivazione SPID, rinnovo documenti, richieste al Comune e invio cv ad aziende. Ma pensiamo anche a iniziative per i più piccoli, dall’aiuto compiti ai pomeriggi sportivi al parco. Infine, vorremmo creare una squadra di calcio popolare».

Gli alleati in questo percorso sono molti:  innanzitutto le altre Brigate, poi Ri-Make, ANPI, Orto Bovisa Politecnico (che fornisce settimanalmente prodotti freschi) e Arci Grossoni (oltre 150 persone alla festa di finanziamento dello scorso 10 luglio). Con la Scighera, come detto, c’è un rapporto più stretto che non riguarda solo l’utilizzo dello spazio fisico. C’è anche la condivisione di una finalità politica senza la quale, ci dicono i ragazzi della Brigata, «rischieremmo di restare dei semplici corrieri». Questo valore aggiunto che sta diventando esperienza sociale in molte parti d’Europa si chiama “mutualismo”. In parole povere: io faccio qualcosa per te e tu farai, nelle tue possibilità, qualcosa per me. In quest’ottica anche il pacco, nato come risposta a un’emergenza, può diventare il mezzo per costruire una rete.
Dai racconti si capisce che creare questo rapporto non è sempre facile, ma in qualche caso ci si riesce. C’è chi partecipa alle riunioni, chi aiuta nello scarico, chi compie piccoli gesti come ringraziare con una torta quando esce dal progetto. Il carico di lavoro per la Brigata è sempre impegnativo, soprattutto perché molte forze attive col ritorno graduale a una vita “normale” non hanno più potuto dare una mano.  Però, ti dicono i volontari al momento dei saluti,  «è bello vedere il miglioramento di qualche famiglia. A volte festeggiano con noi».

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