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Partita il 28 giugno l'iniziativa dedicata ai più piccoli
Ri-Make, dal centro estivo ai dubbi sul futuro
Federico Russo | 30 giugno 2021

In attesa di un futuro sempre più incerto, il presente di Ri-Make si chiama “Centro estivo autogestito e solidale”.
La “rete di progetti di solidarietà e mutuo soccorso”, attiva su Bruzzano ormai da tre anni, è tornata con le riaperture di giugno a organizzare alcune delle sue attività classiche, a cominciare dal “pranzo popolare” della domenica. Ora, dal 28 giugno e per un mese, si ripete l’esperienza del centro estivo già intrapresa l’anno scorso.
Le nebbie sul futuro dipendono però dal rapporto con il Comune, che è proprietario della struttura, l’ex liceo Omero di via del Volga 4, e ne ha già deciso da tempo la demolizione, che avverrà entro la fine del 2021. Il nodo riguarda il riconoscimento del valore sociale delle proprie iniziative che il collettivo di Ri-Make sta chiedendo, soprattutto dopo il coinvolgimento durante i mesi della pandemia nelle attività solidali di “Milano Aiuta” coordinate dallo stesso Comune.

Il progetto di Palazzo Marino sull'area prevede l'edificazione di un HUB per l’emergenza abitativa. Un intervento che dovrebbe intercettare i fondi del PNRR. C’è spazio perché questa futura soluzione possa in qualche modo valorizzare ciò che nella struttura è stato fatto in questi ultimi anni? È questo il dilemma, non risolto dall’incontro avuto lo scorso 16 giugno con i dirigenti comunali dei settori Demanio, Politiche Sociali e Casa.
«Per quanto ci riguarda – scrivono da Ri-Make in una lettera pubblica al sindaco e agli amministratori - abbiamo ribadito tutte le nostre proposte (…), patto di collaborazione temporaneo, utilizzo del giardino come area verde sociale per il quartiere, co-progettazione popolare».

Si tratta delle stesse proposte con cui il collettivo aveva già risposto lo scorso settembre a un avviso pubblico del Comune, inoltrando la propria manifestazione di interesse per la ex-scuola. L’obiettivo era quello di firmare un “patto di collaborazione”, avvalendosi così di uno strumento avallato dalla stessa amministrazione.
Ri-Make si sarebbe così impegnata a una gestione anche in compartecipazione con altre realtà del territorio.  «Questo spazio – spiega l’attivista Marie Moïse - non è di proprietà di qualcuno in particolare. Lo pensiamo aperto, a disposizione di chiunque voglia prendersene cura. Siamo abitanti di questa zona, soffriamo la frammentazione sociale e la vorremmo ricomporre». Dal Comune negli ultimi due anni si sono alternati segnali di apertura e chiusura. Ora sembrano prevalere i secondi.

Nello stesso periodo, peraltro, l'attenzione e i riconoscimenti nei confronti dell’esperienza di via del Volga sono cresciuti. L’Università Bicocca ha coinvolto il collettivo in una co-docenza sul tema “innovazione nelle politiche sociali” e nell’organizzazione del festival “Generazioni”; il rapporto con Action Aid ha garantito presenze al Festival della Partecipazione e nel Padiglione Italia della Biennale; testate giornalistiche come Radio 3 e Internazionale si sono interessate a questa esperienza di autoorganizzazione e alle sua azioni in tempo di pandemia.
Forte di queste credenziali, Ri-Make è tornata nei giorni scorsi a rivolgersi all’amministrazione comunale, chiedendo un dialogo non solo col versante tecnico ma anche con quello politico e rivendicando «un coinvolgimento diretto, immediato e allargato della cittadinanza rispetto al destino dell'area» con l’obiettivo di «lanciare la co-progettazione di un'area a fruizione collettiva e cura condivisa». Per parlare di questo con tutta la cittadinanza Ri-Make ha indetto un'assemblea pubblica aperta che si terrà domenica 4 luglio dalle 16 presso la sede.

Nel frattempo, come già accennato, il 28 giugno è iniziato il centro estivo.  Il progetto partì l’anno scorso, come risposta urgente di fronte al disagio di molte famiglie per le sospensione di gran parte delle attività per i bambini. Marie lo ricorda così: «È stata una delle esperienze più belle di Ri-Make. Il privato ha un costo, il pubblico ha delle limitazioni. Noi diamo la nostra risposta, un progetto di educazione all'autogestione e alla solidarietà reciproca».
Il centro estivo è gratuito (ogni famiglia contribuisce come può) e aperto alle fasce di età comprese tra i 4 e i 14 anni (ai “grandi” si insegna anche a prendersi cura dei più piccoli). Pranzi e merende sono inclusi, grazie al cibo proveniente dalla filiera bio agro-ecologica dei produttori di “Fuorimercato” e al contributo di diverse associazioni amiche, dalla “Brigata Lia” a “Rob de Matt”.

Le attività previste spaziano dallo yoga alla danza creativa, dai laboratori di cucina all’aiuto per i compiti, ma il vero elemento distintivo sta nella modalità di scelta. «A decidere non sono gli adulti ma un’assemblea di adulti e bambini. Questo è il target educativo che vogliamo mantenere. Ma di base abbiamo anche un obiettivo politico: combattere l’isolamento delle donne nel lavoro di cura. Non c’è mai una gestione egualitaria, nemmeno nel nostro quartiere. Vogliamo redistribuire questo carico, che è soprattutto mentale».
Il volontario si chiama “staffetta solidale” e se ne prevede una ogni 3-4 bambini. Può farlo chiunque voglia dare il proprio contributo e sia disponibile a garantire almeno una settimana di presenza continuativa oppure uno o più giorni fissi per più settimane.

Per ulteriori informazioni: 3341612411 (Marie) –3396787195 (Maria)

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