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Intervista di ABC alla nuova Presidente del Municipio 9
Cinque domande ad Anita Pirovano
Giovanni Russo | 9 novembre 2021

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la nuova presidente del Municipio 9, Anita Pirovano, centrosinistra, che con la schiacciante vittoria elettorale del 3 e 4 ottobre scorso succede a Giuseppe Lardieri del centrodestra, presidente dal 2016 al 2021. La dottoressa Anita Pirovano è una giovane donna di 39 anni, sposata con due figlie, ma con un curriculum personale e politico di tutto rispetto: è docente presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca, dove si è laureata in psicologia (professionista, iscritta all’ordine), orientamento Life Design Psy-Lab, con all’attivo varie pubblicazioni scientifiche e sociali. Con un passato in politica e attivismo universitario, nel 2016 entra nel Consiglio Comunale di Milano sino al 2021, quando viene eletta Presidente nel nostro Municipio.


Presidente Anita Pirovano, innanzitutto complimenti per l’indiscutibile e brillante vittoria e la conquista del Municipio 9 con un ampio scarto di voti sia della coalizione a sostegno sia suo personale, e auguri per il lavoro al quale è stata chiamata in prima persona con il voto diretto dei cittadini. È tradizione per noi di ABC lasciare che l’intervistata si auto-presenti ai nostri lettori, specialmente al debutto nella cronaca politica e amministrativa del nostro territorio.
Per prima cosa voglio ringraziarvi per questa opportunità e per il lavoro che fate come organo d’informazione. Sono arrivata a Milano, per la prima volta a fine 2001 proprio nel Municipio 9. Ho studiato e mi sono laureata all’Università Bicocca con cui ancora collaboro come psicologa e ricercatrice sociale. La Bicocca è anche dove è cominciato per me l’impegno politico attivo come rappresentante degli studenti. Impegno che nei vent’anni successivi è proseguito senza soluzione di continuità e naturalmente sempre a sinistra è sempre con l’obiettivo di riuscire a cambiare le cose: tradurre le grandi idealità nella trasformazione del presente e del futuro badando bene a incidere sulla vita quotidiana e concreta delle persone. Un po’ come è successo nel 2011 con la vittoria di Giuliano Pisapia e di tutta la città. Ricordo quella campagna elettorale come il momento più entusiasmante della mia storia politica. In questi ultimi cinque anni sono stata consigliera comunale occupandomi un po’ di tutto ma soprattutto di politiche sociali e inclusione. Nel tempo che mi rimane tra il lavoro e la politica ho un’altra grande passione: il calcio.

Ci elenca brevemente i punti più significativi del suo programma elettorale? Anche se avremo tempo nei prossimi mesi di approfondirne gli argomenti e verificarne la messa in campo.
Ovviamente il programma è lungo e articolato e avremo modo di presentarlo e approvarlo in Consiglio; mi permetto qui solo di indicare alcune priorità di lavoro: in primo luogo vogliamo fare una ricognizione completa e puntale sullo stato dell’edilizia scolastica e determinare gli interventi conseguenti, vogliamo affrontare senza superficialità e demagogia il tema dell’uso dello spazio pubblico da parte di tutti e tutte, facendo convivere le diverse esigenze e tutelando il rispetto dei beni comuni e delle norme del buon vivere civile. Stiamo iniziando già a lavorare per potenziare la lotta alle diseguaglianze e il sostegno a chi ne ha bisogno. Infine, vogliamo che il nostro Municipio diventi un riferimento per un complesso di iniziative culturali, sociali e ludiche, rivolte alle giovani generazioni che sono uscite duramente provate dai mesi del lockdown. Certo abbiamo poi molti fronti di intervento: dalla manutenzione del verde alla pulizia delle strade, dalla mobilità alle piccole manutenzioni. Sono campi in cui vorrei si riscoprisse un modo diverso di pensare all’ordinaria amministrazione. Avremo molto bisogno dell’aiuto dei cittadini e lo chiederemo.

Già a leggere le competenze che il Comune, l’Amministrazione centrale, lascia ai Municipi si capisce che il potere vero, nelle condizioni date, resta saldamente a Palazzo Marino. Che i Municipi svolgono un ruolo sostanzialmente residuale, non solo rispetto alle materie delegate in competizione con gli assessorati centrali, ma anche riguardo alla «partecipazione» dei cittadini, che è la ragione madre per la quale sono nati. Non pensa oggettivamente che ci troviamo di fronte a una partecipazione essenzialmente mutilata?
Molto francamente io penso che sarà necessario uno straordinario impegno di tutti i Presidenti di Municipio che, fortunatamente, sono tutti di centrosinistra. Il primo passo è quello di procedere alla piena e reale applicazione del regolamento del 2016, che spesso non è stato applicato. Basti ricordare che il nostro Municipio non ha mai attivato lo strumento delle assemblee di prossimità su sicurezza e coesione sociale. Bisogna inoltre che alle competenze demandate ai Municipi corrisponda una conseguente modifica delle competenze della macchina burocratica, così come si è fatto sul verde. Come presidenti spero che, in breve tempo, si possa presentare una serie di proposte all’amministrazione. Poi c’è un tema politico: considero positivamente che alle riunioni di insediamento dei Municipi siano stati presenti degli assessori comunali. Un segno di attenzione importante a cui ne devono seguire altri. Per esempio, imponendo la risposta entro 30 giorni alle richieste dei Municipi medesimi. Poi c’è il tema di risorse e poteri da trasferire. Mi permetto di essere ottimista ma, soprattutto, molto impegnata.

Lei che è stata sino a ieri in Consiglio Comunale, quale svolta pensa di poter dare al Municipio 9, che come si usa dire è l’Istituzione più vicina a noi cittadini?
Mi sono candidata in M9 proprio perché convinta che in questa fase sia compito della politica ritessere il filo tra istituzioni e cittadini. Anche l’astensionismo (dal voto, ndr) è un chiaro segnale di necessità ancor più forte se si verifica e si concentra anche nelle zone di maggior diffusione delle diseguaglianze e dei problemi sociali. Per come ho sempre vissuto la politica penso ci sia un solo modo: immergersi tra le persone anche scontando difficoltà e contestazioni. Noi dobbiamo portare le istituzioni tra i cittadini e renderli protagonisti. Sia quando sono espressione di associazioni, comitati, sia quando non esprimono istanze organizzate. Lo farò e lo faremo insieme agli assessori e ai consiglieri.

Come pensa di scongiurare il “rischio” che anche la sua Giunta si chiuda in una stanza, lasciando al Consiglio di Villa Hanau le linee di indirizzo e la ratifica delle delibere della Giunta stessa, depotenziando di conseguenza le Commissioni a partecipazione popolare?
Abbiamo convocato la prima giunta alla Casa della Memoria al quartiere Isola. Noi non ci chiuderemo da nessuna parte. Anzi. Le commissioni saranno una risorsa che useremo fino in fondo anche perché rappresentano un ambito in cui si possono promuovere audizioni, incontri e confronto con la cittadinanza attiva. Non succederà mai più che una commissione fondamentale stia 12 mesi senza essere convocata (riferimento alla scorsa consiliatura, ndr). Per lo meno non con me come Presidente del Municipio. I consiglieri di maggioranza hanno una fortissima determinazione a lavorare in questa direzione. Mi permetto di auspicare che analoga disponibilità al lavoro comune ci sia anche dalla minoranza (di centrodestra, ndr), abbandonando polemiche sterili. Il nostro compito non è quello di elencare i problemi ma di provare a risolverli. Il nostro compito non è quello di estremizzare ogni critica, magari giustissima dei cittadini, ma di ascoltarla e metterla a profitto. Sono molto entusiasta del lavoro che ci aspetta. Un passo alla volta ma senza soste e deviazioni.

Giovanni Russo

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