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Cosa accadrà con l'accordo raggiunto tra Comune e Politecnico
Bovisa-Goccia: il Campus, il verde e le bonifiche
Federico Russo | 13 febbraio 2021

Si riaccende l’interesse per il futuro dell’area Bovisa-Goccia. Polo scientifico-tecnologico, verde e bonifiche tornano al centro dei dibattiti e delle discussioni, a seguito della conferenza stampa con cui nei giorni passati Comune e Politecnico hanno illustrato le linee di indirizzo, approvate dalla Giunta comunale, della Convenzione Quadro da loro sottoscritta.
Parliamo dell’area  dei Gasometri Milano Bovisa, chiamata “Goccia” per la sua forma. Si tratta di un enorme territorio (circa 325mila mq) che fu industriale a partire dall’800 e che, negli ultimi decenni di abbandono, si è spontaneamente trasformato in bosco. Il Politecnico, che qui si è insediato alla fine degli anni ’80, vedrà ampliato il suo Campus con nuovi spazi didattici e residenze per studenti. Questo prevede il Piano di Governo del Territorio, assieme al recupero dei due ex gasometri, testimoni del passato dell’area, e soprattutto alla realizzazione di un sistema di verde che dovrebbe andare a coprire,  tra il Parco della Goccia a Nord e iParco dei Gasometri a sud, il 65% dell’intera superficie. A collegare
i due parchi sarà una rete di spazi verdi e pedonali attraversabili lungo il lotto centrale.

Un vero e proprio “progetto di rigenerazione urbana” di cui entrambe le parti in causa si dichiarano soddisfatte.  Per l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, «L’accordo con il Politecnico segna una svolta per un’area strategica della città». Sulla stessa linea il sindaco Beppe Sala che introduce anche un concetto di grande centralità in questi giorni: «Per noi transizione ambientale significa questo: lavorare con pazienza e visione, insieme a tutte le anime della città, per renderla più bella, più vivibile e più sostenibile, a partire dal recupero e dalla riqualificazione degli spazi esistenti». «In linea con le grandi metropoli europee – ha dichiarato il rettore del Politecnico Ferruccio Resta - Milano si dota di un parco scientifico-tecnologico all’altezza degli standard internazionali. Un laboratorio aperto alla città e alle imprese, un ecosistema di collaborazione, inserito in una grande area verde».

Un primo lotto (1A) è già stato bonificato: è la parte in cui inizieranno nei prossimi mesi  i lavori per un nuovo edificio del dipartimento energia del Politecnico e per il Parco dei Gasometri. Un’altra bonifica riguarderà in seguito il  lotto 1B, dedicato a strutture universitarie e servizi sportivi.
Proprio le bonifiche rappresentano un potenziale elemento di dissenso con una parte dei cittadini, quella che da anni porta avanti attraverso il comitato“La Goccia” una battaglia di sensibilizzazione e informazione sul “bosco” (parola non a caso preferita a “parco”). Certamente il fatto che la zona sia stata a lungo un insediamento industriale crea un problema di inquinamento, ma il comitato porta alcuni studi fatti a riprova della necessità di interventi limitati, a fronte di poche e circoscritte zone infette.
Da qui la critica alla bonifica del lotto 1A, definita “invasiva e distruttiva” per la vegetazione presente perché effettuata «con terra di cava, assolutamente non fertile, su cui qualsiasi impianto arboreo o erbaceo è destinato alla morte o comunque ad una vita non rigogliosa» come lo stesso comitato scrive sulla sua pagina di Facebook, esprimendo il timore che la situazione si ripeta anche per il secondo lotto. Quello che in sostanza chiede questo gruppo di cittadini è un approccio diverso, che tenga conto de «l’apporto che in più di 30 anni gli alberi e le piante spontanee hanno già dato in termini di bonifica del suolo e produzione di materia organica». Si può dunque bonificare in modo diverso? Lo stesso assessore Maran sull’ipotesi è possibilista: «Per quanto riguarda il resto del verde, che sarà il Parco della Goccia - scrive l’assessore -  l'intento è di procedere con bonifiche sperimentali diverse che preservino la vegetazione che si è creata negli anni […]. Su questo stiamo lavorando con le università, col Cnr, con A2A perché sia anche una occasione di sperimentare tecniche nuove di bonifiche».
Ci sono dunque margini per un confronto costruttivo. Quello che, peraltro, lo stesso Maran aveva promesso al comitato durante un visita all’area dello scorso ottobre, e che deve ancora realizzarsi.

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