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Quartieri
Manifestazione per presentare il ricorso contro il Comune
Il Comitato La Goccia a Palazzo Marino: “Il bosco non si tocca”
Federico Russo | 30 maggio 2021

Sono arrivati sabato mattina fino a Piazza della Scala per far sentire la loro voce a quel Comune con cui sono già sul piede di guerra. Hanno mostrato a tutta la piazza le loro parole d’ordine attraverso dei cartelli sandwich. Poi, una lettera verde ciascuno, hanno realizzato il classico flash mob componendo la scritta “Il bosco La Goccia non si tocca”.

I militanti del Comitato La Goccia, come già annunciato un mese fa, hanno scelto la strada del ricorso amministrativo contro il Comune di Milano.  A essere contestata è una delibera dello scorso febbraio che ha approvato le linee guida per una Convenzione Quadro con il Politecnico. Poca tutela del verde e mancata consultazione dei cittadini sono i principali capi d’accusa del Comitato, che teme che il Politecnico possa ritrovarsi ad avere totale mano libera nell’edificare all’interno dell’area dei Gasometri Milano Bovisa, 30 ettari circa (a forma di “goccia”) di storica zona industriale, nella quale è cresciuto spontaneamente negli anni un grande bosco (2mila alberi ad alto fusto censiti dal Corpo Forestale).

In base agli accordi raggiunti, il Politecnico potrà costruire nuovi spazi didattici e residenze per studenti, ma il 65% dell’area sarà comunque occupato da due parchi. Su cosa dunque si appuntano le critiche degli ambientalisti? Innanzitutto sul fatto che nella delibera comunale la parte destinata a diventare “parco della Goccia” non sia indicata come “verde pubblico”, soluzione che darebbe più garanzie di vincoli e investimenti; il secondo punto riguarda la scelta del Politecnico di eseguire i lavori di bonifica attraverso movimentazione terra, modalità considerata distruttiva della vegetazione esistente. In ultimo, viene contestata la scelta del Comune di concedere all’istituto universitario il “Permesso di costruire convenzionato”, rispetto al quale il Piano Urbanistico Attuativo previsto dalla legge richiederebbe non solo maggiore dettaglio del progetto ma anche la possibilità del cittadino di fare obiezioni.  

Durante il dibattito che si è sviluppato in Piazza della Scala, gli esponenti hanno avuto anche modo di rispondere alle critiche che maggiormente vengono loro rivolte. La prima: sottovalutare quanto quell'area sia profondamente inquinata, in conseguenza del suo passato industriale. Per Gianluca Rapaccini «C’è in atto un terrorismo psicologico. Nel Lotto 1B (la zona del prossimo intervento, ndr) sono state rilevate solo 3 zone inquinate su 15. Ma la movimentazione terra ha bisogno di spazi enormi, per cui si andrà a sacrificare molto più verde del necessario». Nello stesso Lotto, riferisce l’urbanista Giuseppe Boatti, «anche i documenti del Comune riportano che “nulla inquina la falda acquifera”».

Un altro punto di cui si è discusso è l’opportunità di ricorrere alla carta bollata, su questioni su cui l’azione e la mediazione politica dovrebbero sempre essere la strada maestra. «Come primo passo - spiega ancora Boatti – abbiamo inviato mesi fa una diffida al Comune, esprimendo le nostre motivazioni. Dopo un mese e mezzo di attesa, abbiamo ricevuto una risposta totalmente evasiva. Da qui la scelta del ricorso». Scelta che è stata portata avanti grazie al coinvolgimento di 140 cittadini residenti della zona, che hanno accettato di firmare l’istanza. Il Comitato, per sostenere le spese del ricorso, ha anche lanciato una raccolta fondi

Dopo la manifestazione dinanzi a Palazzo Marino, la giornata di mobilitazione è proseguita con un ritrovo all’interno del bosco, con picnic e musica della banda “Fonc”. 

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