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Quartieri
Partirà nei prossimi giorni l’iniziativa promossa da Bovisattiva
“Salviamo la villa di via Prestinari”: al via la raccolta di firme
Federico Russo | 6 febbraio 2021

«Una raccolta di firme per chiedere che la “Villa di via Prestinari” non venga distrutta e non diventi un supermercato».
Il comitato di quartiere Bovisattiva ha deciso di rompere gli indugi e partire subito con un’iniziativa di coinvolgimento dei cittadini senza attendere i tempi di risposta delle istituzioni, pur sollecitate. Di mezzo c’è il futuro di un angolo di memoria e bellezza tra via Prestinari e via Imbriani: una villa degli anni ’30 in stile liberty tuttora abitata e in buono stato di conservazione, con un piccolo parco adiacente. L’unica “oasi” verde in un raggio di centinaia di metri, con magnolie e alberi di alto fusto. La villa è composta da 4 appartamenti, diversi posti auto e un bellissimo salone utilizzato per eventi privati. La proprietà, che negli anni ha affittato questo patrimonio, sta cercando ora di venderlo e la cosa è ovviamente nel suo diritto. Quello che però desta allarme è l’interesse mostrato da una catena della grande distribuzione, che già per due volte ha presentato un progetto di edificazione di un proprio punto vendita che andrebbe a occupare l’intera area di pertinenza della villa, verde compreso. Il Municipio 9, appositamente interpellato, si è finora opposto ma per un semplice rilievo: la mancata previsione di parcheggi sotterranei. Insomma, basterebbe correggere questo aspetto e il progetto potrebbe ancora andare in porto. «Noi non vogliamo “espropri proletari” – ci dice il presidente di Bovisattiva Michele Polito – vogliamo porre un vincolo architettonico e ambientale sulla villa. Oltretutto il Comune ha previsto un garante per entrambe le situazioni». Lo stesso Comune che nei giorni scorsi è stato coinvolto nella vicenda grazie all’interrogazione presentata dal consigliere Simone Sollazzo.
A livello di Municipio 9, invece, proprio Polito a nome di Bovisattiva durante l’ultimo consiglio ha chiesto al presidente e agli eletti un doppio impegno:
un aiuto per intervenire presso la Soprintendenza di riferimento e una valutazione della possibilità di rilevare la struttura (affitto o acquisto) per utilizzarla a fini sociali.
Ma c’è un ulteriore tema sollevato dal comitato: nella zona interessata sono già 3 i supermercati nel raggio di 200 metri. La Regione ha liberalizzato le aperture dei centri commerciali per cui non è possibile stabilire un limite, ma un nuovo punto vendita avrebbe senz’altro le sue ripercussioni sulla vita dei negozi di prossimità, quelli che a loro volta danno vita a un quartiere.  Si aggiunga peraltro che in via Caianello c’è già un capannone di un ex supermercato, ora in stato di completo abbandono. «Di fronte alla richiesta di nuove licenze - spiega Polito - si potrebbe proporre l’utilizzo di questa struttura, salvandola così anche dal degrado e dalla trasformazione in dormitorio abusivo».
A dare manforte alle proposte di Bovisattiva si sono aggiunte le mozioni di “Milano Unita” e dei Verdi. La mobilitazione istituzionale è dunque partita. Ma, in attesa dei tempi non immediati di risposta (90 giorni per il Comune, 30 per il Municipio, più la Soprintendenza da provare a coinvolgere) sta intanto per partire la mobilitazione dal basso. Quella dei cittadini a cui non va giù che la Bovisa debba perdere un suo pezzo di architettura, di verde e di memoria storica.  

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