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Quartieri
Conosciamo il progetto "Bovisa Solidale" del comitato di quartiere
I volontari di Bovisattiva per le persone in difficoltà
Federico Russo | 17 aprile 2020

Una quindicina di volontari, per fare la spesa e portarla a chi nel quartiere ne ha bisogno. C’è anche Bovisattiva tra le realtà che si stanno dando da fare per portare solidarietà in queste settimane difficili nel Municipio 9. E non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di un comitato di quartiere attivo da 4 anni su vari fronti: volontariato, organizzazione di eventi, approfondimenti sui progetti di trasformazione che riguardano Bovisa e Dergano. Di queste attività che vengono portate avanti in tempi “normali” - e che torneranno col ritorno della “normalità” – parleremo più avanti. Intanto, col presidente di Bovisattiva Michele Polito facciamo il punto su “Bovisa Solidale”, il progetto legato all’emergenza Coronavirus.
Innanzitutto, chi sono le persone coinvolte?

“Siamo volontari. Abbiamo trovato la disponibilità di una quindicina di persone: perlopiù pensionati, lavoratori lasciati a casa, studenti”.

Anche voi, come altre realtà che stanno operando nel Municipio 9 e in tutta Milano, siete legati a Emergency e al Comune. In cosa consiste questo legame?
“Emergency ha tenuto un corso online, abbiamo imparato da loro come si affronta in sicurezza una situazione come questa. Intanto, siamo in costante contatto con il loro “responsabile di municipio”, che ha il compito di razionalizzare gli interventi sul territorio. Per quanto riguarda il Comune, siamo accreditati nel portale “Milano Aiuta” e ogni settimana veniamo riforniti di maschere, pettorine e gel. Siamo inoltre collegati al centralino comunale 020202, ma devo dire che la gran parte dei servizi che stiamo effettuando provengono da chiamate dirette. Abbiamo diffuso il nostro numero nel quartiere attraverso cartelli per le strade e volantini nelle farmacie”.

Come si suddividono questi “servizi”?
“Su quasi 50 azioni compiute (la media è di 3 al giorno), direi che per tre quarti sono spese alimentari e per un quarto acquisti di farmaci. Capita anche di dover andare dal medico, prendere la ricetta in una busta col nome del paziente lasciata in uno spazio apposito e poi fare l’acquisto in farmacia”.

Chi sono i destinatari?
“Innanzitutto anziani, poi mamme con i bambini e persone in quarantena. In quest’ultima categoria trovi anche situazioni come quella del lavoratore senza sintomi, messo in quarantena dall’azienda perché un dipendente è risultato positivo”.

Le consegne avvengono mediamente in uno o al massimo due giorni, una tempistica che per molti può essere di grande aiuto, rispetto a quella offerta dalle consegne a domicilio dei negozi o dai servizi online dei supermercati.

Come detto all’inizio, Bovisattiva da 4 anni svolge diverse attività. La più vicina allo spirito volontaristico di questo periodo è quella che riguarda l’iniziativa “Lotta allo spreco alimentare” dell’associazione Recup, che opera in 11 mercati a Milano. In che modo aderisce il comitato di quartiere?
“Partecipiamo con una nostra bancarella ai mercati della zona, a fine giornata ci facciamo regalare dai commercianti i cibi come frutta e verdura destinati a essere buttati, li laviamo e li mettiamo a disposizione di chi ne ha bisogno. Oltre alla lotta allo spreco, otteniamo un secondo risultato: evitare l’umiliazione di tanti che vanno a rovistare nella spazzatura. Parte del cibo recuperato viene anche riutilizzato per il compostaggio nell’orto condiviso del Politecnico”.

Bovisattiva, inoltre, organizza iniziative nel quartiere come le luminarie natalizie, il carnevale o la festa “Bovisa dolce Bovisa”, ispirata a “Via dolce via” di Dergano e giunta nello scorso ottobre alla seconda edizione. Caratteristica fondamentale di questo comitato è il coinvolgimento dei cittadini sui progetti che riguardano e modificano il quartiere.

“È una cosa a cui teniamo molto perché spesso i cittadini non conoscono questi progetti e scoprono tutto a cose fatte. La stazione ferroviaria, interessata da un bando internazionale. L’area Bovisa-Goccia, sulla quale c’è un accordo tra Comune e Politecnico. Noi diffondiamo notizie e facciamo incontri, raccogliamo i pareri di chi vive nel quartiere per farli conoscere anche alle società di progettazione. È importante che architetti e società si incontrino, altrimenti vengono fuori progetti belli e inutili come quello di Piazza Schiavone”.

Quali problemi ha quella piazza?
“È inutilizzabile. Non ci sono panchine nella parte verde. La forma a conca rende difficile per i bambini poterci giocare. Le gradinate non servono a nulla, i muretti tolgono visibilità. Abbiamo richiesto dei cambiamenti e il Comune si è impegnato a farli”.

I lavori, in effetti, sarebbero dovuti partire in questo periodo. Se ne riparlerà, come è ovvio, a emergenza finita.

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